Racconto erotico lesbo – Fantasia BDSM
La scrivania davanti a me è grande e lucida e fredda. Lei è in piedi e sembra volersi fare più piccola di quel che è. L’aria contrita le dona: gli occhi nocciola sembrano ancora più grandi, il seno morbido si solleva al ritmo del respiro ansioso. Non vedo l’ora di stringerlo.
‘Mi ha fatto chiamare?’ Domanda in un soffio.La fisso finché lei non abbassa lo sguardo. Adotto la mia voce d’occasione, quella che fa tremare tutti i miei impiegati.
‘Stavo dando un’occhiata al documento che ti ho chiesto. Non mi soffermo sul fatto che l’hai consegnato con un giorno di ritardo.’ Lei prova a ribattere, ma la mia mano la interrompe con un gesto regale.
‘Stavo leggendo qua, questa frase.’
Giro il foglio e lo faccio scivolare sul legno lucido, verso di lei. La voglio prendere qui sopra, voglio averla su questa superficie fredda e specchiarmi mentre lo faccio.
Lei fa un passo incerto verso di me, allunga una mano tremante verso il foglio e, mentre i suoi occhi scorrono febbrili le parole, si siede su una delle due poltrone che mi fronteggiano.
‘Nessuno ti ha detto di sederti.’
La mia voce cala sul silenzio come una ghigliottina e lei scatta in piedi all'istante. Oh, è brava, non c’è che dire. La parte le riesce bene, penso mentre osservo il suo viso pallido, le labbra che tremano come prima di piangere. Se possibile, si fa ancora più bianca. Riappoggia il foglio, unisce le mani in grembo e abbassa lo sguardo.
‘Mi scusi.’ Dice con un filo di voce.
Non vedo l’ora di sentire i suoi gemiti di piacere.
‘Le scuse non bastano. Lo sai.’ Annuisce debolmente.
‘Lo sai cosa mi aspetto da te.’ Annuisce di nuovo.
Lentamente si libera della giacca severa del completo. Si porta una mano tremante alla fila di bottoni della camicia, li vedo cedere, uno ad uno sotto le sue dita. Si slaccia la gonna stretta e la fa scivolare lungo le gambe tornite. Rimane in piedi davanti a me: indossa il mio reggiseno preferito, e giarrettiera e calze dello stesso colore. È la donna più sexy che abbia mai visto.
Finalmente solleva lo sguardo verso di me e non c’è più timore nei suoi occhi, solo lussuria, profonda, lasciva lussuria. Si abbassa fino a mettersi a quattro zampe e per un po’ la vedo muoversi felina verso di me. Poi la sua figura scompare alla mia vista, coperta dal mobile ingombrante della scrivania e, dopo un istante, la sento raggiungermi. Sento le sue mani sollevarmi la gonna, allargarmi le gambe. Sento la sua bocca calda sui miei slip di pizzo. Mi metto più comoda sulla sedia.
Cinque anni che stiamo insieme e questo gioco ancora non ci stanca.
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