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lunedì 7 gennaio 2019

Amore e BDSM by micheleslot

“Conoscere un uomo che al primo incontro vi chiede di inginocchiarvi non è BDSM.
Un individuo che si introduce a voi chiamandovi “cagna” senza conoscervi non è un Dominante.
La dominazione e la sottomissione prevedono sempre un rapporto di grandissima fiducia e comprensione, dunque non gettatevi nelle mani del primo “masterone”, cercate una persona che vi piaccia, con la quale vorreste prendere un gelato e dalla quale vorreste esser legate e picchiate, e soprattutto, prima di farvi legare e picchiare, prendete molti, molti gelati.” (da abbattoimuri.wordpress.com).

Nel BDSM i problemi di patate e piselli dovrebbero essere gli ultimi nella lista.
Oggi mi piace affrontare questa pietra miliare che molti cercano di evitare, solitamente solo perché sono abituati ad una visione monogama dell’amore e preferiscono condurre una vita parallela, all’insaputa del coniuge, fidanzat*, amante, compagn*, con la scusa che non capirebbe, che non ne vuole sapere, che non gli interessa…e la coscienza è a posto.

Nella mia lunga militanza ho osservato sia nei Dom che nei sub due atteggiamenti di base nella gestione del BDSM:
• BDSM duro e puro, un atteggiamento che io chiamo scherzosamente “talebano”, che si nutre solo di emozioni, mentali e fisiche, e che presuppone nessun cedimento all’affetto, tanto meno all’amore: secondo me è solo teoria o per persone molto asociali, perché siamo PERSONE ed il RISPETTO deve essere la base del BDSM, non posso che fingere di considerare il/la sub come una cosa, in realtà questo nasconde soltanto l’egoismo di chi domina, nel voler considerare solo la soddisfazione delle proprie pulsioni. Talvolta il masochismo del sub si combina bene con questa situazione, ma il rapporto non è mai molto duraturo.

• BDSM inteso come soddisfazione reciproca: se non dall’amore, non può prescindere da una dose di affetto e cura del partner, che è naturalmente vissuto come una compagnia preziosa in entrambe le direzioni, anche se si gioca sadicamente o all’umiliazione. Non esclude la presenza di un diverso partner di vita, anche vanilla, se si esercita il poliamore, nella più completa trasparenza, praticamente impossibile nel caso precedente.

Oggi, sia pure nel trionfo del superficiale e del trascurare la cultura della trasgressione, ci sono alcune persone che arrivano a considerare persino l’accostamento del BDSM con la Meditazione ed il Tantra, partendo dall’assunto che il BDSM è una forma di amore, in cui il Dominante si adopera per la soddisfazione psicofisica del/la sub come quest’ultim* alimenta la propria soddisfazione con quella del Dom.

In quest’ottica cade la più comune obiezione di chi è troppo omologato e sente che infliggere dolore o comunque atteggiarsi in modo sadico sia in contrasto con il rapporto amoroso per il partner sottomess*: tutto ciò che procura soddisfazione al partner è una dimostrazione di amore e cura, comunque sia ottenuto, perché alimenta il suo benessere.

Ancora mi ricordo ad una festa di un paio d’anni fa, un amico che mentre stavo frustando con passione e veemenza un’altra amica che aveva le mani bloccate in alto ad un gancio, che reagiva con evidenti mugolii di piacere, si mise ad esclamare: “bravo, falle capire con quanto amore le stai dando piacere !”.

Questo dovrebbe essere sempre l’atteggiamento di chi fa BDSM, per il proprio e l’altrui benessere mentale e fisico, dove è scontato che SSC e buonsenso non debbono mai mancare.

Riporto due testimonianze di schiave prese dal web:

Una schiava è portata ad amare il proprio Signore e spessissimo una vittima arriva ad amare il proprio carnefice.
Ma in senso opposto la cosa può accadere?
Può un Padrone innamorarsi della propria schiava o un carnefice innamorarsi della propria vittima?
Ho sempre pensato di no ed ho sempre pensato che l’amore fosse una forma di “debolezza” che portasse irrimediabilmente a “limare” e a smussare le prerogative estreme che stanno alla base di un rapporto BDSM.
Credevo che una schiava non si potesse nè si dovesse amare, e su questo errato dogma ho accettato e forse cercato rapporti senza coinvolgere l’amore.
Mi accorgo ora di aver sbagliato perché l’assenza di amore lascia un vuoto incolmabile, un “horror vacui” che porta a continue ricerche e a continue delusioni.
Col tempo, l’esperienza, la maturazione e specialmente con l’esame delle sensazioni provate e con l’accettazione delle mie vere esigenze, mi sono resa conto che BDSM ed amore non sono e non possono essere distinti, anzi a mio modo di vedere il BDSM “è” amore, perché amore è accoglienza, perché amore è protezione perché amore è possesso.

D’altro canto amore è anche l’offerta totale di se stessi.

Un Padrone si dedica alla propria schiava accudendola ed educandola tanto quanto la schiava si dedica al proprio Signore con il dono totale ed incondizionato di se stessa.
“E l’amore si fonde col BDSM perchè è la natura di tutti e due, non è coercizione o forzatura, ma appagamento complementare: io amo la mia schiava e voglio dominarla, avere il suo possesso; lei ama me, Padrone, ed anela ad essere dominata ed appartenere. (omissis) Io la voglio schiava, e la tratto da tale proprio perchè la amo. Non le faccio del male, ma del bene.” (dal WEB)

Sempre dal WEB ho tratto questa testimonianza di una schiava, che reputo un esempio perfetto per il mio di pensare e che pertanto cito pressoché integralmente:

“…da un po’ appartengo ad un Master di sedici anni più grande e, sempre da un po’, il nostro rapporto si è evoluto in relazione amorosa a tutti gli effetti. C’è chi scoraggia una cosa del genere, chi addirittura la denigra, chi cerca di starne alla larga e chi non si esprime per disprezzo, e anche peggio. C’è chi addirittura si dispiace perché magari ha già vissuto una situazione simile e non si è trovato bene. Il motivo principale solitamente è uno: quando subentra l’amore, il rapporto D/s entra in crisi. Il Master cessa o quasi di essere tale perché provocare dolore alla donna che ama gli riesce difficile, e la slave cessa a sua volta di essere tale perché il suo Master non la riconosce più in quelle vesti. Sostanzialmente, il rapporto di coppia e tutto ciò che ne deriva eclissa gradualmente quello D/s perché vengono meno i presupposti per tenerlo vivo. L’esempio che ho visto fare più spesso è quello della quotidianità: “Come fa una schiava a fare la schiava se puntualmente si trova a dover discutere con il Master per pagare le bollette, per il lavoro o per portare i figli a scuola?”

Una domanda plausibile e che non riesce ad avere una risposta immediata. Sulla base di questa riflessione, ecco che la comunità BDSM si riempie di gente “single a vita” e di altrettante persone con una doppia relazione, vanilla e sadomaso. Di recente ho conosciuto alcuni Master che di fronte alla mia storia rispondevano che era un po’ una messa in scena, che il mio Padrone era un debole, che né io né Lui avevamo capito il senso del “vero” BDSM, che un “vero” Master non si abbandona ai sentimenti, eccetera. La cosa mi ha ovviamente infastidito e mi ha portato a riflettere sulla mia condizione e sul tema in generale.(omissis)….

Che un rapporto BDSM senza amore sia quello più puro e soddisfacente?
Ecco cosa penso: il BDSM “puro” è una barzelletta, un gioco di ruolo fine a se stesso falso ed egoistico che a sua volta è venerato da gente falsa ed egoista.
Io parlo da schiava. Il rapporto di coppia mischiato a quello BDSM, è vero, è complicato ed impegnativo da gestire. Capita che il sadomaso passi in secondo piano, che venga a mancare il piacere della punizione, che la quotidianità ammazzi quella tensione emotiva che regala una sessione. Io personalmente non mi sono sentita schiava certe volte, negli occhi del mio Padrone non vedevo più una sottomessa ma la donna che ama, e questo, data la mia indole che invece premeva per uscire, mi ha portato alla disperazione, e ha scatenato più volte litigi nella coppia. Ma quello che prima non capivo e che invece ora credo di aver compreso è che io non potrei mai essere più schiava di così.

Io amo il mio Padrone – che considero sempre come tale, anche quando andiamo a fare la spesa – e per Lui io farei e sarei qualsiasi cosa. Gli offro me stessa ogni giorno della mia vita, BDSM o meno; che Lui mi voglia dare la frusta o le coccole sul divano; che Lui mi voglia in ginocchio o al suo fianco. Non importa quello che desidero io; il mio unico interesse è dargli il piacere, assecondare e realizzare le sue volontà, non le mie, e se Lui vuole coccolarmi anziché sculacciarmi allora io ne sono ugualmente felice. Ora ditemi, vi sembro poco schiava adesso? E per questo, Lui non è poco Master, perché comunque si prende da me ciò che vuole.”

Questo ed altri scritti su argomenti correlati li trovate come di consueto sul suo sito:
http://micheleslot.it/bdsm-cultura


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