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venerdì 22 marzo 2019

Dialoghi tra Domme e sub - Me and my slave A.

Anjo: 
evito di scriverti oggi, Padrona. Perdonami! Non so perché ma... il mio istinto slave vola a mille.

Isabella Iselin:
Cioè?

A: sono facilmente “eccitabile”.
Ed è una cosa che non posso permettermi.

Isabella Iselin
Ah no?
Non puoi o non vuoi?

A: Non posso. Padrona. E non voglio. Non posso perché... ogni mio desiderio DEVE essere legato a Te. E non voglio perché... non voglio poter provare nulla che non dipenda da un Tuo sguardo.
Non ho potuto donarti la chiave di una cintura, Padrona, ma ho fatto si di donarti la chiave della mia testa. In attesa di poter donarti anche quella più “materiale”.
Isabella Iselin
Accetto la tua decisione
Sei MIO. Sempre.

A: lo sono da anni, Padrona. Da prima che nessuno di noi lo sapesse.

Isabella Iselin
È bello saperlo però

A:Ti prego! Quando verrò... Ti prego... un Tuo marchio.
Isabella Iselin
Lo avrai non c'è dubbi

A:Non mi interessa neanche dove

Isabella Iselin
Non è decisamente quello l'importante

A: e Ti Prego di un’altra cosa. La catena l’ho scelta io, e Tu mi hai concesso di portarla. Per quella... almeno per quella... se vorrai: chiudila con un lucchetto, e tieni Tu la chiave.

Isabella Iselin
Ovviamente

A:Credimi. Vorrei poterlo fare anche con una cb. Indietro da quanto ci vorrà per riaprirla

Isabella Iselin
Avrò 2 chiavi: quella del lucchetto del tuo collare e quella della cb. Le metterò in una catenina che riposerà tra le mie tette

A: io non potrò che riposare ai piedi del Tuo letto, Padrona

Isabella Iselin
È quello il tuo posto

A:il mio posto è quello che Tu mi indichi. Il mio nome è quello che Tu mi dai. Il mio ruolo è quello che Tu vuoi.
Sei riuscita a farmi fermare per strada ed inginocchiarmi per una foto

Isabella Iselin
Ahahahah
Meraviglioso!

A: Per me non è meraviglioso. È naturale.
Io non so se riuscirò ad essere uno slave come si convenga, Padrona. Ma so che cercherò di imparare. E so che, per me, non è una questione di “parafilie”, o di “soddisfazione”.
Io mi accorgo, ogni giorno, di essere sempre di più una Tua proprietà.
Io non mi sento Tuo “slave”. Sento di essere una cosa Tua.

Isabella Iselin
Non mi interessa che tu sia uno slave provetto Mi interessa semplicemente che tu sia la persona al mio servizio nel senso più ampio del termine

A: È ciò che più desidero di essere, Padrona.

Isabella Iselin
È semplicemente quello che voglio

A: Già ora, ma ormai da tempo, sono pronto a fare ciò che desiderI.
E, se qualcosa non sono in grado di farlo, cercherei il modo per farlo

Isabella Iselin
Lo so

A: sorvoliamo su me... normalmente anche io mi sentirei stranito ma... con Te...
Smetto di essere “me”

Isabella Iselin
Sai che sono anche un po' timida

A: anche io, molto
Il mio “problema” non è che io voglia dimostrare alcunché, anzi...
Il mio problema è che, per me, Tu sei la mia Padrona. Non è che “stiamo facendo un gioco di ruolo”. Tu sei proprio la mia Padrona
Non so se mi sono mai spiegato.
Io non me faccio una questione di “pratiche”, di “sessioni”, di “fruste”, di “tacchi”, etc...
Non è neanche una questione di BDSM.
Io sono proprio una Tua proprietà. Semplice! Conciso!

Isabella Iselin
L'ho capito proprio in questi termini.

A: Se mi inginocchio a baciarti la mano quando Ti incontro, non è per una questione Mistress/slave. Mi inginocchio a baciarti la mano, indipendentemente dal contesto, perché è così che è naturale che sia. A meno che Tu non mi indichi altro.
Tu sei la mia Owner. (Forse così è più chiaro). Puoi decidere di me ciò che più vuoi.

Isabella Iselin
Mi è chiarissimo

A: a me lo è da tempo

A: Vorrei poter versare sangue per Te ogni giorno. Vorrei poter vivere ogni giorno nella consapevolezza di poter donarti anche un solo attimo di soddisfazione
E invece mi trovo qui, come un idiota, a non poter fare nulla di concreto per la Dea a cui appartengo, se non illudermi che, rinunciando ad un “mio piacere”, possa offrirle qualcosa.
Ho davvero timore di ritrovarmi ai Tuoi piedi, Padrona. Ho paura perché temo davvero di non riuscire più ad alzarmi. In ogni senso: sia figurato che reale.
Già ora vorrei poter torturarmi ogni giorno per il solo fatto di non essere lì davanti a Te
Non scherzo. Ogni giorno, il mio primo pensiero, va al sentire la mia schiena sotto i colpi della frusta. E vorrei poterlo fare, solo per poter dirmi “non sono lì, ma soffro lo stesso”. Ma mi trattengo perché: in primis, non sarebbe comunque una decisione Tua; in secundis, questo corpo non mi appartiene più

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