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lunedì 13 novembre 2017

EDGING: spingersi al limite dell’orgasmo...

Eccitarsi a lungo. Arrivare vicini all’orgasmo e fermarsi, più volte. Continuare a stimolarsi e poi esplodere, finalmente, arrivando al massimo del godimento, al piacere che si propaga per tutto il corpo, in un picco intensissimo. È questo l’edging (dall’inglese edge, che significa confine, bordo), pratica sessuale che, attraverso il controllo delle sensazioni, consiste nel ritardare il più possibile l’orgasmo, allo scopo di prolungare il piacere e di renderlo più intenso. Facendo letteralmente impazzire chi la pratica.


COME UN’ONDA
Avanti e indietro, a un passo dalla vetta del piacere. Avanti e indietro, come fanno le onde del mare, prima che arrivi quella grossa, che ti sommerge i piedi. Non a caso, in inglese questa tecnica si chiama anche peaking (da peak, picco) oppure surfing, perché richiama l’idea di ondeggiare continuamente tra estasi e dolce sofferenza. Di solito, il primo approccio con l’edging avviene in solitario, con la masturbazione, il miglior campo in cui testare le proprie reazioni, manipolando (letteralmente) e mettendo alla prova il proprio corpo. Ma quasi tutti l’hanno praticato in coppia, senza saperlo: è edging anche provare a durare di più a letto, ritardando l’orgasmo, oppure giocare con il piacere altrui, sempre con lo scopo, semplicissimo, di fare una bella figura con un nuovo partner sessuale. Per molti uomini il concetto di edging, il "pensare a qualcos'altro", può essere molto familiare, magari lo praticano da anni per prolungare il rapporto e soddisfare la propria partner, ma far capire all'altro quali sono i segni che indicano che siete prossimi all'orgasmo non solo aiuta a capire come funziona il suo piacere, ma apre le porte a una serie di giochi sexy.
Le ragioni per provare il controllo dell’orgasmo sono molteplici: può essere usato per prolungare la sensazione di piacere durante la masturbazione o il rapporto, ma soprattutto per provare orgasmi molto più intensi, una volta che ci si lascia andare.

GIOCHI DI COPPIA
Ovviamente è in due che la soddisfazione è maggiore. In coppia i ruoli si dividono: c’è sempre un edgee, che subisce la stimolazione, e un edger, che conduce il gioco, decidendo del piacevole destino del partner. Con una doverosa precisazione: in queste situazioni, non c’è niente di meglio che usare le mani. Il fatto di affidarsi totalmente all'altra persona, di ritrovarsi letteralmente tra le sua mani, non può che aumentare enormemente complicità e confidenza. Chi invece ricopre il ruolo di edger, e che quindi ha il compito di controllare l’orgasmo altrui, studia sensazioni e gemiti, esplora anche le minime reazioni dell'edgee, è colui che può condurre alla diffusione del piacere davvero in ogni parte del corpo. Ecco perché l’edging fa benissimo alla vita di coppia.

THE VENUS BUTTERFLY
In una vecchia serie di avvocati degli Anni ’80, L.A. Law, un uomo a un certo punto, mentre parla con il suo avvocato, gli confessa il segreto del suo grande successo con le donne. Descrive la sua capacità di intensificare o diminuire la pressione mentre masturba una donna, il controllo assoluto sulle partner fino a quando egli stesso non decide sia giunto il momento di permettere loro di raggiungere l’orgasmo. Chiama questa tecnica ‘The Venus Butterfly’, che poi è anche il titolo dell’episodio. Di questa pratica, e della sua origine legata al sesso tantrico, parlano Leah e Bob Schwartz nel libro The one hour orgasm. Una curiosità: nel film "Mi presenti i tuoi?" del 2004, con Robert De Niro, Ben Stiller e Dustin Hoffman, è proprio questo libro ad essere citato, quindi è probabile che questa tecnica sia arrivata alle orecchie del cast.

PADRONE E SCHIAVI
L’edging è praticato consapevolmente nel Bdsm: uno slave può essere infatti stimolato a lungo, senza mai ricevere dalla sua Mistress la ricompensa dell’orgasmo. Esattamente l’esperienza descritta da SchiavettoRepresso su RaccontiMilu: «’Voglio altri tre edging’. ‘Altri tre? Padrona, ne avrò già fatti una decina…’. La sua voce, al telefono, è irremovibile […] Lo prendo di nuovo in mano e ricomincio a masturbarmi. Sarà almeno un’ora che cammino in bilico sull’abisso, senza che mi sia concesso di godere […] Immagino che la mano sia la sua, che sia lei a torturarmi, a stringermi, a tenermi in pugno». Perché a volte, anche il piacere negato può essere esso stesso piacere.
Se poi siete siete amanti del BDSM, la pratica dell'edging, detta anche "negazione dell’orgasmo", può assumere connotazioni molto più intriganti, e fa spesso parte dei giochi di dominanza e sottomissione, dove la partner dominante porta il sottomesso sul punto di raggiungere l’orgasmo, per poi raffreddarlo un attimo prima che possa prendere fuoco e ricominciare da capo. Contrariamente a quanto possa sembrare e contrariamente a quanto i libri delle Sfumature ci abbiano fatto credere, è molto più difficile del previsto.
Innanzitutto parliamo di edging al singolare, ovvero quando si tratta di tenere a freno il tuo orgasmo. È chiaramente più semplice mantenere il controllo quando siamo da soli, per una serie di motivi. Non solo per la ragione ovvia che hai il controllo delle tue sensazioni e sei molto più abituato a riconoscere i segni del tuo orgasmo che non di quello del partner, ma anche perché il controllo dell’orgasmo richiede, beh, una grande capacità di controllo, che è più facile esercitare da soli che in compagnia.
D’altro canto, fermarsi un attimo prima di raggiungere il piacere può suonare "sbagliato", sicuramente frustrante e innaturale. Ma, come dire, il punto dell'edging è tutto qui: frustrarsi inizialmente per raggiungere vette di piacere più alte in seguito.


http://www.sextelling.it/password/edging-tecnica-ritardare-orgasmo/
https://www.lelo.com/it/blog/edging-spingersi-al-limite-dell-orgasmo-per-un-piacere-illimitato/

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