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martedì 10 gennaio 2017

L’SM è maltrattamento o degradazione?

Spesso la gente si avvicina all’SM con nient’altro in testa se non stereotipi negativi. Lo schiavo privo di volontà propria dominato dal prepotente, incurante padrone. Il pervertito a cui piace essere picchiato perché pensa di non meritare altro. Queste immagini, cariche di negative connotazioni di abuso, non riflettono la realtà dell’SM consensuale.

La domanda che si pongono molti è: chi è dentro l’SM ha subito violenze da piccolo? Questo stereotipo è generalmente solo considerato vero, come un segno dell’intrinseca negatività dell’SM. “Ah, certo, chiunque ami questa roba deve aver avuto dei bei problemi da piccolo”; analoghe conclusioni sono state tratte sull'omosessualità. (A titolo di cronaca, personalmente non ho subito abusi da bambina e ne sono contenta. Sono comunque molto coinvolto in vari aspetti dell’SM e anche di questo sono contenta). 
Quando si prendono davvero in considerazione le persone dentro l’SM e quello che fanno, ci si rende conto che quello che succede è fondamentalmente una potente espressione d’amore che si estende su mondi sensuali fuori dall’ordinario. Il vero SM è consensuale, ci si fortifica e ci si sostiene l’un l’altro; la vera degradazione è l’opposto. Qui sta la differenza, ed è veramente una differenza sostanziale.
La dominante in una tale relazione ascolta il sottomesso e ne rispetta i limiti, non cerca di distruggerne la personalità, ma piuttosto di farla crescere attraverso quello che entrambi desiderano e amano fare. Questi legami contengono quasi sempre una “clausola di rescissione” tale per cui, se il sottomesso si sente davvero degradato o abusato, può chiedere di accantonare le regole e parlare alla pari con la dominante (in altre parole un segnale di sicurezza per il rapporto). Un tale impegno di chiara comunicazione quando le cose non vanno bene (così come quando vanno bene) è il segno distintivo di una sana storia BDSM. E ogni testo che ho letto su relazioni BDSM a lungo termine sottolinea l’importanza delle questioni legate alla sicurezza emozionale (come ho detto sopra, persone che hanno problemi riguardo alla considerazione di sé dovrebbero sapere che l’SM può essere un rischio in quel senso. Certo, qualunque relazione è pericolosa per loro…)
Fare SM nell’ambito di un reciproco, consensuale legame può essere estremamente significativo. Consente di darsi al proprio partner più profondamente di quanto si possa immaginare e dare sfogo a fantasie che mai avreste pensato di realizzare. Questo tipo di espressione attiva, dinamica, può incrementare enormemente l’autostima e il benessere psicologico di entrambi. Ottenere quello che si vuole dalla propria vita sessuale può non essere una cura per tutto, ma di sicuro aiuta parecchio. 

Un’altra fonte di stereotipi negativi è la semplice avversione alla sessualità in generale. I concetti di “limiti” e “negoziazione” sono intrinsecamente rivoluzionari in un mondo dove molta gente non riesce a parlare di alcunché collegato con il sesso. D’altra parte, senza capire questi concetti, è difficile comprendere l’SM. Tutti quelli che guardano l’SM per la prima volta devono forzare in una certa misura i propri pregiudizi; per alcuni è più difficile che per altri.
C’è chi si domanda come le donne dentro l’SM possano considerarsi femministe. Femminismo non significa prendere il controllo della propria sessualità e non lasciarsi sottomettere mai? Personalmente penso, che femminismo significhi dare la possibilità alle donne di prendere le proprie decisioni, di vivere come preferiscono, senza essere limitate da idee su cosa le donne “dovrebbero” fare o “come” si dovrebbero comportare. 



http://www.unrealities.com/adult/ssbb/italian/asbfaq21.htm

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